Il Grifone fragile - Fabrizio De André: storia di un tifoso del Genoa
Brossura, 14 x 22 cm. pag. 171 + 16 pagine fuori testo con riproduzioni di documenti a colori
Stampato nel 2013 da Limina
Tonino Cagnucci
Fabrizio De André s'è fatto cremare con la sciarpa del Genoa. S'è nascosto il Genoa dentro al cuore. "Ma come, De André tifoso?". È il gusto di rispondere a questo odioso stupore. Come se la cultura non fosse stare con gli occhi aperti in mezzo al mondo. Come se il calcio, un manufatto dell'umanità fatto coi piedi, non fosse arte. Come se non fossero esistiti Meroni, Cantona, Le Tissier, Maiellaro, Garrincha, Vendrame. Come se non fossero giganteschi affreschi umani le curve prima dell'avvento della Tessera del Tifoso, e come se non fosse amore quello che c'è dietro a tutto questo. È come fosse uno scandalo che non si può dire: il calcio come arte e poesia. Il pallone sta dalla parte della vita. De André come nessun altro è stato da questa parte. Come se questo non fosse un modo degno di raccontare o, peggio, di raccontarlo. È il più grande sgarbo che si possa fare a De André, lui che ha sempre cercato il vero, che spesso trovi nel basso e non nell'alto dei cieli (il Grifone simbolo del Genoa si mischia con la terra per volare), fiutando peggio di un cane frammenti di racconti perduti. Il vero De André apocrifo è questo.
Brossura, 14 x 22 cm. pag. 171 + 16 pagine fuori testo con riproduzioni di documenti a colori
Stampato nel 2013 da Limina